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Lingua e dialetto

differenza fra lingua e dialetto

La differenza fra lingua e dialetto in Italia ha sempre dato origine a interpretazioni di carattere contrastante, tanto che vere e proprie lingue sono sempre state considerate dialetti. La differenza è invece importante per due ordini di motivi: il primo di carattere meramente filologico, il secondo di carattere sociolinguistico.

Generalmente la caratteristica fondamentale per stabilire se una parlata è lingua o dialetto è la non comprensione reciproca fra alloglotti (parlanti differenti codici)  discutendo di argomenti di carattere vario. Si tratta di una prima considerazione di carattere più basilare che esaustivo, in quanto esistono anche altri aspetti che rendono la considerazione più complessa.

Andiamo ad analizzare in modo più approfondito , ma semplice, gli elementi fondamentali che contraddistinguono la differenza fra lingua e dialetto.  Si tratta di dati che ha senso applicare a lingue che possono sembrare simili o uguali, in quanto non esiste senz'altro dubbio alcuno sul fatto che il cinese sia una lingua diversa dall'italiano! Risultano invece  molto utili invece nel caso in cui ci si chieda se il piemontese piuttosto che il medio corso siano lingue diverse rispetto all'italiano.

Ovviamente accanto alla scienza si impone a volte in modo imperioso la politica, che, creando anche teorie  più o meno astruse, cerca di dimostrare quanto un dialetto sia una lingua al fine di accedere a fonti  di finanziamento internazionali o per rappacificare situazioni di disagio interno. Situazione che possiamo riscontrare nel caso della teoria abbastanza strampalata sulla lingua corsa, trattata altrove nella variante dell'alto corso, e che andremo ad analizzare come esempio di questa propensione della politica a manipolare dati oggettivi per fini ben diversi dalla tutela del patrimonio culturale e della salvaguardia dei diritti delle persone.

differenze di pronuncia

La differenza di pronuncia è senz'altro un elemento di primo piano nel considerare se siamo alla presenza di una lingua o dialetto. Abbiamo infatti molto evidente il caso in cui alcune parole italiane risultino chiaramente incomprensibili pronunciate da parlanti di altre lingue, sebbene siano scritte in modo uguale. Prendiamo come primo esempio la lingua inglese, che ha  differenze sostanziali nella pronuncia delle consonanti come la t e la d e delle combinazioni come la er nella parola "inferno", uguale in ambedue le lingue, ma pronunciata in modo diverso. Sentire inoltre un inglese pronunciale la parola dattero senza inserirlo in un contesto ci renderebbe pressoché impossibile comprendere quanto stia dicendo. Appunto perché sono tali e tante le differenze nella pronuncia che rendono le due lingue completamente diverse. Lo stesso capita ad un inglese quando sente pronunciare la parola computer! Penso che tutti gli italiani abbiano detto quanto gli inglesi siano poco elastici nella comprensione del proprio inglese, non rendendosi conto di quanto siano diversi i modi di pronunciare le stesse consonanti e vocali. Basti pensare alla i breve di bit e quella lunga di sheet. Una pronuncia invertita porta nel secondo caso a ben altro significato!  Rimanendo nell'ambito delle lingue latine possiamo prendere ad esempio la lingua francese. Molti italiani riescono a comprendere per lo meno vagamente il senso della lingua scritta, che però una volta pronunciata diventa incomprensibile. Anche in questo caso possiamo prendere ad esempio la parola "facile" , pronunciata in modo completamente diverso nelle due lingue. In francese esistono suoni come le nasali inesistenti in italiano, mentre in francese sono inesistenti la "ci" "gl", solo per fare esempi immediati. Sempre come pronuncia nello spagnolo abbiamo lettere inesistenti in italiano come la "j" aspirata o la "g" aspirata mentre in spagnolo non esiste la "sci". La pronuncia pertanto è il primo elemento che ci permette di verificare se siamo alla presenza di lingua o dialetto. La mancanza di sostanziali differenze fonetiche nelle stesse consonanti e/o vocali è il primo elemento che attesta che una parlata è un dialetto.

Questo porta ad una considerazione sulle parole importate. Alcune lingue fra le quali l'italiano e il russo importano molti termini da altre lingue, come nel caso della tecnologia. I termini legati alla tecnologia piuttosto che alla finanza sono tutti in inglese. Questo vuol dire che l'italiano piuttosto che il russo sono lingue povere? Tutt'altro. La pronuncia completamente diversa dell'italiano rendono le stesse parole incomprensibili ad un parlante inglese, nel russo poi vengono declinate secondo la categoria di genere e numero di riferimento della lingua russa. Si tratta di una rielaborazione vera e propria.

differenze di significato delle stesse parole

Un altro elemento caratterizzante una lingua rispetto ad un'altra è la differenza di significato fra le stesse parole. In termine tecnico a parità di significante (parola) abbiamo una differente connotazione semantica. Il caso più evidente per noi italiani lo vediamo nello spagnolo. Contrariamente al francese, dove abbiamo molte parole uguali, ma pronunciate in modo completamente diverso, qui abbiamo il caso completamente opposto. Le stesse parole, pronunciate in modo uguale, hanno un significato completamente diverso. Un caso evidente è la parola "morbido", che in spagnolo significa "morboso". Le parole di questo tipo sono talmente tante che hanno addirittura un nome: " i falsi amici". Esistono fra le due lingue poche differenze di pronuncia tanto da rendere difficile capire la differenza non solo ad uno straniero, ma ad uno stesso italiano che sente parlare spagnolo da persone abbastanza lontane.  Al contrario il numero di parole uguali ma con diverso significato è elevato.

ampiezza capacità espressive

Un'altra differenza fra lingua e dialetto viene data dalla capacità di una lingua di poter generare parole ed espressioni di tutti i tipi. Si intende argomentazioni di carattere scientifico, tecnico, filosofico e via dicendo. Il dialetto infatti si intende per un uso circoscritto alla vita quotidiana e consiste in modifiche semplificative della lingua scritta. In tutte le zone d'Italia con dialetti del toscano vediamo come i verbi siano tronchi: mangià, magnà, dormì e come ad esempio le finali del maschile siano più simili alla radice latina terminando in u. Differenze minime, alle quali si aggiungono modi di dire che comunque non inficiano la comprensione.

una lingua ha dialetti

Un'altra condizione per considerare lo status di lingua è avere dei dialetti, vale a dire delle varianti. Per fare un esempio della lingua siciliana abbiamo varianti della stessa in calabria, salento, sicilia stessa. Generalmente si tratta di differenze date dall'uso quotidiano. Si tratta di varianti nella cadenza e nella pronuncia che non vanno comunque a modificare in modo sostanziale le caratteristiche fondamentali della pronuncia. Più una lingua è diffusa più ci sono queste varianti. Un esempio tipico è la lingua inglese. Esiste una grossa differenza nella pronuncia fra l'inglese colto e quello parlato, fra quello di Londra e quello della Georgia negli Stati Uniti. Tuttavia questo non porta a differenze delle caratteristiche della pronuncia delle consonanti piuttosto che delle vocali. L'uso di parole diverse per la stessa cosa non è talmente diffuso da dover inficiarne la comprensione.

teorie e politica

Queste linee guida dovrebbero costituire l'elemento di base per verificare se siamo in presenza di lingua o dialetto. Peccato che a questo punto la politica entri in modo prepotente a far la parte del leone. Per questo potrei citare due esempi abbastanza emblematici di come si possa forzare la realtà per giungere alle conclusioni che più sono comode. Un esempio abbastanza lampante è la teoria sulla , che ritengo abbastanza emblematico. In Corsica, prima della politica di genocidio linguistico adottata dallo stato francese, venivano parlati l'italiano e due dialetti dell'Italiano. L'alto corso non è altro che una variante dell'italiano parlato, come quello dell'Umbria, con differenze veramente minime. Per chi fosse interessato invito a leggere l'altro scritto sul   con collegamenti a video e giornali in lingua corsa. Nel sud della Corsica veniva parlato il Gallurese, esportato in passato da pastori corsi in Gallura e noto come parlata di mezzo fra il Sardo e l'Italiano. lI medio corso è poi quello che è stato considerato come lingua. Orbene al fine di dimostrare che fosse una lingua distinta dall'italiano sono state create in modo artificiale una scrittura, mutuata in modo chiaro dal francese, una creazione di suoni differenti dall'italiano come la consonante ghej, dal suono di una g strascicata presente in parlate del centro Italia. Cosa che comunque è un po' poco per dimostrare l'esistenza di una lingua. Oltre a questo è stato detto che il Corso è una lingua in quanto ha due dialetti: l'alto corso, vale a dire l'italiano, e il gallurese, riconosciuto da sempre come dialetto dell'italiano. In base a questa teoria l'italiano sarebbe un dialetto del corso! Infatti pur essendo uguale nella pronuncia ha alcune piccole varianti rispetto all'alto corso.... Probabilmente lo stato francese voleva da una parte riparare al genocidio linguistico perpetrato a danno dei corsi e dall'altra parte accedere a finanziamenti internazionali per il salvataggio del corso, considerato lingua a rischio di estinzione, convogliandoli nelle casse di associazioni gestite dagli autonomisti. Un modo di tenere calme le acque.

Al contrario abbiamo una lingua come il Piemontese, della quale esistono scritti sin dal 1200 e lingua del regno del Piemonte, parlata da tutte le classi sociali in passato, dai reali ai ministri insieme al francese, che non viene considerata tale. Anche qui la politica fa la sua parte.

considerazioni

Il riconoscimento di un dialetto come lingua rientra molto spesso in un ambito che poco ha a che vedere con la filologia. Può essere un sistema molto efficiente per ricevere denaro che, se indirizzato in modo corretto, può avere la sua importanza nella salvaguardia delle diversità in un'ottica di migliore integrazione sociale.  Le strumentalizzazioni invece sottraggono risorse economiche dove effettivamente il problema ha una valenza di carattere sociale a favore di situazioni  che nulla hanno a che fare con le esigenze delle persone.

il 13 giugno 2011

lingue e culture

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