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Lingue e Culture

Lingua Corsa

il Còrso: lingua o dialetto? Fra estinzione e politica

Un ringraziamento va a Marie Antoinette Pani che ha suscitato in me l'interesse per la materia e a Maryse leca per avermi segnalato e fornito materiale in corso.

La situazione linguistica italiana è molto differente di quella esistente in Francia. Io personalmente, come tutti gli italiani che non vivono nell’Italia centrale, ho vissuto una situazione nella quale l’italiano era de facto una lingua straniera. Avendo avuto la fortuna di avere una madre toscana ho parlato l’italiano dalla nascita, sebbene tutti introno a me, dai nonni agli abitanti del paese, parlassero una variante del Milanese, simile a quella parlata nel  Canton Ticino.

Conosco quindi bene i problemi che i ragazzi incontravano a scuola, avendo problemi nell’esprimersi correttamente e con facilità, con un conseguente problematica nel prosieguo degli studi.

In effetti la lingua ufficiale italiana è stata scelta dopo l’unificazione in un novero di lingue principali parlate nella penisola e nelle isole: Piemontese, Milanese, Veneto, Siciliano, Toscano come lingue principali. Le altre lingue parlate in Italia, ma non considerate a questo fine, sono l’occitano, il ladino, il Friulano, il Catalano, il Sardo nelle sue varianti di Nuoro e Logudoro. Lingua parlata in valle d’Aosta  è il Francoprovenzale. All’epoca della unificazione italiana ad ogni modo solo l’uno per cento (1%) della popolazione parlava l’italiano, che veniva infatti parlato in Toscana, Umbria, alto Lazio e Corsica (esclusa la zona di Bonifacio) fuori dall’Italia.

Un elemento da prendere in considerazione riguardo il toscano è che la lingua usata come lingua ufficiale era quella letteraria e non quella parlata. Il toscano e i suoi dialetti erano e sono parlati in Toscana, alto Lazio e alta e media Corsica. In Corsica l’italiano è stato impiegato come lingua scritta fino al 1852, poi è stato proibito. Le differenze che riscontriamo nei dialetti dell’Italiano rispetto alla lingua letteraria sono, fra l’altro, le desinenze finali dei verbi tagliate: andà, mangià al posto di andare e mangiare. Poi ci sono sì delle parole differenti, ma che non impediscono la comprensione fra persone di livello di scolarizzazione medio. Rimane comunque il fatto che esistono differenze più marcate fra l’Italiano e i suoi dialetti di quelle che ci sono fra il Francese e le sue varianti, come ad esempio l’Argot parigino. Le differenze di pronuncia inoltre sono anch'esse meno forti di quelle che si riscontrano fra le varie pronunce dell’italiano: se vado a Marsiglia ho più difficoltà a capire che a Bordeaux o Parigi. Oltre a questo ci sono parole usate solo nella lingua parlata e non in quella scritta.

Quale è la differenza fra lingua e dialetto ?

Questa si può ben vedere facendo un paragone fra l’Italiano, il francese e lo spagnolo. Il Francese scritto ha molte attinenze con l’Italiano, ma è pronunciato in modo completamente differente, tanto che una comprensione fra due persone che parlino ciascuna la sua lingua è difficile. Al contrario lo Spagnolo ha una pronuncia molto simile, ma le stesse parole hanno differenti significati nelle rispettive lingue; esistono poi consonanti che non ci sono in italiano. Pertanto a fronte di similitudini nella lingua scritta esistono differenze sostanziali  nella pronuncia e nel significato delle parole. A questo ultimo riguardo bisogna anche dire che la presenza di parole di altre lingue  in modo più o meno massiccio non va assolutamente a influire sulla loro distinzione Un esempio classico è l'inglese. Accanto alle parole di radice sassone esiste un gran numero di parole latine, che però ad una pronuncia risultano ad un orecchio latino completamente incomprensibili. Certamente a questo punto entra in gioco anche la grammatica e quando anche questa risulta uguale, con piccoli scarti la differenza di parole passa in secondo piano. Guardando sempre la realtà italiana ci sono a volte parole diverse nelle stesse lingue nel raggio di pochi chilometri. Alla differenza fra lingua e dialetto ho dedicato una discussione specifica, che potete leggere seguendo il link.

Il Corso ha subito una invasione da parte del francese e, purtroppo, sembra più una lingua morta che una lingua viva. La politica dello stato Francese pare essere stata di totale sradicamento, tanto che anche chi parla il corso ora lo fa non come prima lingua. la lingua principale sembra essere il francese. Si parla di lingua viva quando è in quella lingua che si pensa d’istinto. E’ la lingua con la quale si chiamano tutte le cose della realtà che ci circondano: io stesso non ho conosciuto in Italiano i nomi dei pesci del lago di Como fino alla tenera età di 45 anni, sebbene parli alcune lingue straniere! Ma significa anche un modo diverso di pensare. Nella scrittura del Corso si può vedere una influenza del francese. Dopo tutto l’Italiano è stato per secoli la lingua scritta della Corsica ed è quindi nell’Italiano che si trovano le regole per la sua scrittura. Si vedono dunque modi di scrivere come l’abbinamento di vocali dure e consonanti dure con la lettera H =amicha, oppure la grafia della combinazione  della consonante c seguita dalla vocale dolce i “ci” di baci, combinazione fonetica non esistente in francese, scritta  in modo corretto nel nome del formaggio tipico brocciu, ma alla francese in baci >batsi. Si tratta di un tipico modo di rendere il suono ci del francese.  Per dirlo alla còrsa….la francesata….

 la pronuncia o meglio l’accento del Còrso.

Essendo ormai i còrsi di lingua francese (o almeno così sembrerebbe), non si accorgono di questa particolarità, essendo per lo più concentrati sulla pronuncia. Ma, visto che la pronuncia è italiana, bisogna prendere in considerazione l’accento, tipico di alcune varianti del toscano.  L’accento del còrso va da una base del toscano della costa con un leggera  cadenza tipica del dialetto umbro. Senza le aspirazioni della lettera C tipiche del fiorentino, che d’altro canto sono meno pronunciate sulla costa, e con la cadenza dell’umbro meno accentuata. E’ sempre percepita da un orecchio italiano come parlata popolare, ma più “garbata”.

Nelle regioni italiane dove vengono parlati dialetti dell’italiano bisogna dire che nella lingua parlata l’italiano letterario non è praticamente mai impiegato, anche rivolgendosi ad altri italiani. Fanno molta fatica a farlo. Anche nelle riunioni pubbliche, corsi si vede quelli che parlano l’italiano letterario, perché vengono da altre regioni mentre quelli del luogo parlano in dialetto. Molto strano, ma normale in Italia. Forse questo viene fatto perché sono fieri della loro lingua nobile…

Nel mondo ci sono delle situazioni nelle quali, per motivazioni di carattere politico, la stessa lingua si chiama in due differenti modi : Il romeno della Romania diventa il Moldavo in Moldavia, Il vietnamita in Vietnam diventa il laotiano in Laos. Pertanto si può ben avere il l’Italiano in Italian e il Corso in Corsica o in Francia. Ma penso che ci siano più che altro problemi di carattere politico e che si preferisca trovare altre soluzioni. Mi pare soltanto che l’interesse a salvare il corso passi in secondo piano rispetto ad altri problemi, altrimenti si sarebbe trovata una soluzione molto più efficace del totale isolamento della Corsica dalla sua matrice linguistica. Ci sono infatti altre situazioni dove il mantenimento da parte di comunità della propria entità linguistica, sebbene circondate da altre lingue, ha avuto successo. I catalani di Alghero, i tedeschi e i ladini dell’Alto Adige, la enclave linguistica di Chioggia, che ha mantenuto il Genovese come lingua parlata pur essendo davanti a Venezia.

Il corso ha potuto sopravvivere per secoli quando c’era l’Italiano come lingua scritta. Dopo la proibizione dell’Italiano circa 150 anni fa si parla invece di estinzione. Quindi non credo che l’isolamento del Corso dalla propria matrice linguistica possa fargli del bene. Credo anche che ci si trovi in una situazione nella quale lo stato francese da una parte segua una politica repressiva, mentre gli autonomisti cerchino di dimostrare fatti insostenibili. Hanno infatti elucubrato tesi a sostegno del Corso come lingua veramente difficili da sostenere. Altre comunità, come ho detto poc’anzi, hanno fatto altre scelte e sono sopravvissute per secoli, sebbene fossero circondate da altre lingue. Ormai non ci sono più frontiere in Europa e nessuno dovrebbe mettere in discussione il diritto dei Corsi ad una autonomia. Ma l’estremizzazione della situazione può portare soltanto all’isolamento, anche per paura di una strumentalizzazione  della situazione. Penso che ogni università della Toscana avrebbe molta paura a farsi promotrice di scambi culturali con organizzazioni corse, come anche comuni, province ecc.

Utopia della ragione

La cosa più facile da fare per il Corso sarebbe introdurre l’italiano dalle prime classi della scuola, facendo dei corsi ai professori sul dialetto corso. O meglio fare degli accorsi con le università italiane facendo dei corsi di corso  agli studenti di Italiano. Ma questo sarebbe troppo facile! L’Italiano è una lingua ufficiale dell’Europa e non ci sarebbe difficoltà a trovare dei professori ed anche inserire l’Italiano nei programmi di scuola. Oltre a questo fare dei corsi di Corso in alcune università italiane non sarebbe un problema, soprattutto se, dopo l’università, i giovani potessero trovare un impiego nelle scuole corse. Ma credo che tutto questo sia la vera utopia, sebbene la cosa forse più facile da fare per salvare il Corso. Anche perché questo sembra non interessare niente, salvo distribuire denaro della comunità internazionale a varie associazioni in ossequio ad un'ottica clientelare che, a quanto sembra, non è solo tipica solo del nostro paese.

Links

Qui sotto potete trovare dei link a siti web dove si possono leggere documenti scritti in lingue parlate in Italia e riconosciute come differenti dall’Italiano. Il ladino con tedesco e Italiano è la lingua ufficiale dell’Alto Adige, come anche il friulano è lingua del Friuli ed il Sardo della Sardegna. Altre lingue sono considerate come tali e curate a livello regionale. C’è anche una poesia in dialetto umbro del sud, con influenza del romano. I video, alcuni divertenti, hanno lo scopo di notare la differenza nella pronuncia.

Per tutte queste lingue un italiano ha una grande difficoltà di comprensione, ovviamente se non proviene dalle zone in cui si parlano, a meno che conosca il latino e altre lingue romanze per quanto concerne lo scritto. Ma questo aiuta solo per comprendere il senso.

Ladino   http://www.dolomitesladines.it/lg/index.php video http://www.youtube.com/watch?v=CG1zi103nLw

Genovese ttp://www.zeneize.net/stoia/zeneize.htm: video : http://www.youtube.com/watch?v=mpoWxob6fcE

Friulano http://www.lenghe.net/ video http://dailymotion.virgilio.it/video/xq41f_furlan-miec-di-comunicazion-al-cuad_shortfilms

Sardo http://www.faeddos.iofm.net/ video http://www.youtube.com/watch?v=sQ5woFgP-4g&feature=related

Siciliano http://scn.wikipedia.org/wiki/Lingua_siciliana

Piemontese  http://digilander.libero.it/dotor43/piem1.html video http://www.youtube.com/watch?v=vJor49sfF7I&feature=related

Francoprovenzale (Arpitano) video http://dailymotion.virgilio.it/video/x3uug2_los-sports-de-nohtra-tera_sport

Occitano http://www.espaci-occitan.org/default_oc.asp video http://www.youtube.com/watch?v=nxqV17BKw4A&feature=related

per il dialetto dell'Umbria: http://www.dialettando.com/regioni/pages/detail.lasso?id=10634&-session=dialetti:5D2AE23302a3b22CCFRMgmC71B73 video http://www.facebook.com/video/video.php?v=1525954963096

Link sul Corso

E' possibile riscontrare le diversi posizioni ufficiali riguardo al corso  seguendo questi link

Francese:

Italiano:

Video e letture  in Corso

giornale:

Chiunque volesse inviare link a materiale e documenti riguardo gli elementi trattati può sottoporli inviando una mail a: benedetti@immaginisensazioni.info. Ci riserviamo la pubblicazione nel caso non fossero conformi allo spirito di queste riflessioni

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